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Rodeo Post Mortem

by Splat!

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1.
Dormono tranquilli mentre sgattaiola dalla finestra La strada è buia La strada è deserta Appena in tempo per l’ultima corsa Un cenno e rallenta Si aprono le porte Sale a bordo Il moccioso si siede infondo Vigilia d’Ognissanti Storie informi in mostra ai paganti di un macabro cinema Un neon malconcio che balbetta nella notte: “Rodeo Post Mortem”
2.
Anacoreta 03:38
Svolazzanti maschere Gran divertimento Ectoplasmi di ugole cantano: “la la la la la la la…” In gita premio dall’oltretomba Sfila un serpente per la città Esala un manipolo estinto, mentre sbandiera linguacce all’insù Mento sporgente Luna che sta cullando un finale già scritto Ripida tomba d’antiche tribù L’alba per sempre li cancellerà, al sorgere Lunedì d’ognissanti Prima che il giorno splenda ed intenebri la coltre fantasma di sagome dall’aldilà Presenze che ridono in stormo, senza pietà tutto si dissolverà Si snebbia dal coro affidandosi al vento che soffia per la città Metropoli delle cere “Concedimi un ultimo ballo” Per l’eternità, invisibile, vagherà Rossa sorgente Scure che dà eterno sipario al dipinto Stelle al guinzaglio del nulla lassù Un salvagente per la gravità osserva rimasto in disparte, mentre lo stormo si logora sul tetto del niente Disperso, vagherà incolume “E’ un vortice… un vortice… un vortice…”
3.
Verme 02:15
Cova istinti tritaossa, ha nel petto un altare per il dio delle spranghe Il bicipite ha sete di sangue, al richiamo di un pomello in oro ed uncinaglerie, replicante il crocevia di una svastica In ossequio allo stemma incrostato sul portale Sarà guerra Intona lo slogan E’ sera e il purosangue si erge minaccioso sulla soglia “All’attacco!” Tallona un rivoltante fricchettone a spasso per i marciapiedi del quartiere, che voltandosi lo ipnotizza col dondolio di un pendaglio Un cimelio da rigattieri “Chi è il verme ora?” Benvenuto nell’ era degli esoterici vagabondi in cerca di riscossa
4.
Oblò 04:03
Da un oblò sfoggerai la calotta irrisa dai segni del fallimento Svirgolante bisturi E non ho lacrime da donare al nostro addio Nella sala d’autopsia sto fluttuando, sdoppiandomi “Non pensavo che tu arredassi lo sfondo, mia giovane immagine …” Sull’astronave schiere di corpi esposti Alieni operosi tagliuzzano Cieche distanze da abbattere nel freddo universo, adesso o mai Cieche distanze da scorgere nel grembo del tempo, per evadere Caverna in lattice, metallo ai polsi Trofei chirurgici nel tremito Da un oblò sfoggerai la calotta irrisa dai segni del fallimento Svirgolante bisturi E non ho lacrime da donare al nostro addio Nella sala d'autopsia sto fluttuando, sdoppiandomi
5.
Una chioma dai tortuosi e putrescenti ciuffi d’ombre e di tentacoli, avvinghiata al limite dell’orbita appannata di uno specchio (E nel riflesso ...), sbucò attraverso il manto d’argine (... l'incognito) Distesa all’arrembaggio ( Preso nei sogni ...) di una cornice ormai (... non so chi sei) travolta a macchia d’olio (Nel dedalo ...) Seppellita dall’interno (... nottambulo ...) sotto il poster di un ciclopico (... serpi) scalpo Dal palmo (Nel sonno l’assalto, la solita …) di un pettine in pasto ( … ridda ad incastro oramai cronica …) ad orde di criniere ( … fosso rimosso d’ogni morsa), le zanne digrignate marciarono in rivolta con estremo slancio, (rassomiglianti ad una sabbia) spirando in gola a nodi,nodi,nodi e ancora nodi Scomparso in ringhianti abissi di briglie aggroviglianti Segregato e chiuso a chiave nello scantinato del suo cranio Trascrivendo scie d’apnea, nero su bianco, all’espalpebro del baratro notturno, Il trillo della sveglia puntuale lo scucì vivo e vegeto ... ... in camera, strappandolo dai lacci di quell’incubo Sudato con le mani nei capelli che poltrivano, immerse le ginocchia nel torace, per la stanza le lancette si sbracciavano frenetiche Fuori dal letto, i cavi dentro la sacca mimetica Driiiiiiin ...
6.
Luci che sgombrano dalla pelle dello schermo immagini, danze che si arrestano Spiove vulcanico lungo l’effimero trono di spettatore l’incanto (che il fanciullo smarrirà) Nell’intervallo sgranocchia popcorn, in mucchi minuscoli pietre che franano (su avarie d’assurdità) Immenso distacco che orrorifico si annida dentro bobine d’argento Sgorga in un attimo Il suo mantello si posa sugli occhi e li proietta nell’Altrove
7.
Capolinea 02:59
Fuso in sella ad un tarlo Spinto al capolinea Frastorno la mandria che smuraglia in metro, macinando slalom nel viavai C’è un’atleta in me Salta su chi ha più scatto in questa manche, che sguazza nel gergo e si oblitera Non disperare Chiedere scusa può esserti d’intralcio, ora che il record zampilla dai registri, e basta un passo falso per crollare In guardia: uno spettro incombe Le retrovie agguantano il sorpasso Radunando resti d’agonismo nel blackout, ritorno in pista, ma al traguardo incappo in un seccante stop Promette male Nocche sul vetro L’eco di vagoni in fila indiana, in corsa lungo il tunnel, rimbomba come un rauco gorgogliare d’oscurità Soltanto un minuto d’attesa Recupero in corner Nel giro di 30 secondi, si fionda giù in picchiata un chiasso d’azzuffatorie “Non intendo cedere spazio sulla linea gialla!” Si avvicina un bagliore, traghetta sul binario mastice da blob Inizia un’altra manche
8.
Insolazione 04:32
Spalmati a terra ad arrostire Fine Agosto di un destino fa Uno scarno presagire impossessatosi di noi Litigarci un po’ d’Estate, sulle tracce d’indumenti sparsi in preda al sole “C’è qualcuno là” Trovarsi in mezzo al nulla, e poi sentirsi in gabbia Fra i rami un ghigno schiuse le tenaglie di una nenia che di colpo infranse il silenzio Una trappola per (Pregustando il bersaglio …) mine turgide nel (… l’intrusa bramava …) deflagrante vespaio dell’ingenuità (... fra lembi di foglie la verginità) Nudisti in erba sulle spine (L’inquinante sospiro …) Lo spavento in fondo all’anima (… che spoglia l’età …) picchiava da impazzire (… scavava negli occhi, con la sete di un …) Un varco per fuggire (… vampiro …) nel ventre rovente dell’assurdità (… l’aguzzo forcipe) E poi la speranza bruciò Lei cadde, e lo shock spedì il cuore all’angolo Sguardo bianco, nudo e stanco Stordenti scorci erotici Riversa su sterpaglie, sfioriva esanime Comparve in soccorso un’improbabile samaritana “Carne nuda e fragile, offriti al Signore, e salverai la vergine dal fuoco” D’un tratto lei rinvenne e mi guardò Chi fosse davvero non so L’estate sfumò, lasciandoci un gelido sguardo bianco, nudo e stanco Noi lì, nel solco di un insolazione da K.O. “E sembra inverno, un triste inverno”
9.
In Pugno 03:03
Afflusso Secrezione a spasmo inerte Sbava addosso all’inguine schiume smorte d’impotenza Frustrazione al culmine Nel filmato a gambe aperte (coito lampo, sperma col …) si slabbrano da sé (… contagocce …), a turno con un estintore (… clic sul monitor) Ronzante traino, giurassico, reclama indomito (muove a comando) Tenue aggancio d’erezione, smalto in bilico (L’obelisco sta per smosciarsi) Mi affloscio Smanettando sull’aggeggio immolo linfa al fallico portaombrelli sullo schermo, spremendo D.N.A Il serbatoio al massimo drenaggio storico(Quando ad un tratto … ) Oh no! S’inceppa il fiotto e vado in tilt … (Puzzle di pixel sgranati) Maledetti virus del cazzo! Il sistema si (Con metodici …) blocca ed io non ho (… gesti rapidi …) armi in pugno per (… e meccanici) raddrizzarlo! Assaggio un liquido (Dallo scheletro …) che sa d’avaria (… succo d’organi …) e lavora per (… e bulbi pubici ) prosciugarmi S.O.S drastico “Mamma no, non entrare!” Perché no, potrei tentare di sganciarmi. Non ho il fegato Lo archivio nei vent’anni da buttare. In webcam schizzerò “Cornelio, che nome sexy …” “Non sei la prima a dirlo”
10.
Ore 4:12 al Rodeo Post-Mortem, il moccioso si è ficcato nei guai Piove sullo schermo una fiumana di fischi “Ragazzino, dove diavolo vai?” Insisterà fin quando non sarà approdato nell’arcano palpito che insabbiano “Non hai idea del pandemonio che scatenerai … … te ne pentirai” Nascosta dietro il palco, un’arca immemore assorbe in ogni anfratto, da un antro lugubre, sembianze di un mosaico torbido “Non farti prendere dal panico” Giù nei sotterranei del Rodeo Post-Mortem: burattinaio che tesse abile la tela di un ragno invisibile!! Bamboccio il danno è fatto, e non c’è forbice che squarci almeno il nastro che vuoi riavvolgere Tasselli mormoranti in sincrono “Adesso non farai il sentimentale” Stavolta è diverso, la fine del viaggio risucchia lontano anche te Percorsi all’inverso non hanno alcun senso E’ tardi per riavvolgere “Stavolta è diverso, stavolta è diverso”
11.
“Finché mi amerai, io ti stringerò Ovunque tu sarai, ovunque io ti avrò Come per magia via dalla realtà Ovunque incontrerai la nuda oscurità, nuota dentro un sogno, ed entro un attimo svanirà”

about

Nella notte di Halloween del 2001 il giovane Gianmarco Ferreri scomparve in circostanze misteriose. Era scappato di casa per assistere ad una rassegna di mediometraggi horror-splatter-erotici al cinema Rodeo Post Mortem. Alcuni sostengono che il ragazzo, attirato da presenze malefiche, sarebbe rimasto intrappolato nei sotterranei del cinema, un ambiente inutilizzato che i proprietari tenevano sempre chiuso.

credits

released April 5, 2014

Registrato e missato agli Snakes studios da Giancarlo "Cangiarlo" Barbati, Guglielmo Nodari, Gianmarco Ferreri e Splat! nell'aprile - giugno 2013
Masterizzato presso Pisi Audio Mastering Studio da Claudio Gruer e Splat! nel dicembre 2013
Disegni realizzati da Astrid Sarrocco
Logo Splat! disegnato da Aurora Muggianu

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about

Splat! Rome, Italy

Seste aumentate. Delay. Inserti di bossanova. Amplificatori seviziati che tanto sono a transistor. Non siete stanchi anche voi del solito indie a base di fuorisede, precari, post su facebook e occhiali rayban?
Gli Splat! sono:
Maurizio (cori, percosse, percussioni), E.M. (cori, chitarra, critica), Marco Valerio (voce, testi - sia francesco che fabio), Givlio (polpastrelli). Facciamo punk ammodo.
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