1. |
31 Ottobre (prologo)
01:41
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Dormono tranquilli mentre
sgattaiola dalla finestra
La strada è buia
La strada è deserta
Appena in tempo per l’ultima corsa
Un cenno e rallenta
Si aprono le porte
Sale a bordo
Il moccioso si siede infondo
Vigilia d’Ognissanti
Storie informi in mostra ai paganti
di un macabro cinema
Un neon malconcio che
balbetta nella notte:
“Rodeo Post Mortem”
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2. |
Anacoreta
03:38
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Svolazzanti
maschere
Gran divertimento
Ectoplasmi
di ugole
cantano:
“la la la la
la la la…”
In gita premio
dall’oltretomba
Sfila un serpente
per la città
Esala un manipolo estinto,
mentre sbandiera linguacce all’insù
Mento sporgente
Luna che sta
cullando un finale già scritto
Ripida tomba d’antiche tribù
L’alba per sempre
li cancellerà,
al sorgere
Lunedì d’ognissanti
Prima che il giorno
splenda ed intenebri la
coltre fantasma di sagome dall’aldilà
Presenze
che ridono in stormo, senza pietà
tutto si dissolverà
Si snebbia dal coro affidandosi
al vento che soffia per la città
Metropoli delle cere
“Concedimi un ultimo ballo”
Per l’eternità, invisibile, vagherà
Rossa sorgente
Scure che dà
eterno sipario al dipinto
Stelle al guinzaglio del nulla lassù
Un salvagente
per la gravità
osserva rimasto in disparte,
mentre lo stormo si logora sul
tetto del niente
Disperso, vagherà
incolume
“E’ un vortice… un vortice… un vortice…”
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3. |
Verme
02:15
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Cova istinti
tritaossa, ha nel petto un altare
per il dio
delle spranghe
Il bicipite ha sete di sangue,
al richiamo
di un pomello in oro ed uncinaglerie,
replicante il crocevia
di una svastica
In ossequio
allo stemma
incrostato
sul portale
Sarà
guerra
Intona lo slogan
E’ sera
e il purosangue
si erge minaccioso sulla soglia
“All’attacco!”
Tallona un rivoltante fricchettone a spasso per
i marciapiedi del
quartiere,
che voltandosi
lo ipnotizza col
dondolio di un pendaglio
Un cimelio da rigattieri
“Chi è il verme ora?”
Benvenuto
nell’ era
degli esoterici
vagabondi in cerca di
riscossa
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4. |
Oblò
04:03
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Da un oblò
sfoggerai
la calotta irrisa dai
segni del
fallimento
Svirgolante bisturi
E non ho
lacrime
da donare al nostro addio
Nella sala
d’autopsia
sto fluttuando, sdoppiandomi
“Non pensavo che tu
arredassi lo sfondo,
mia giovane immagine …”
Sull’astronave schiere
di corpi esposti
Alieni operosi
tagliuzzano
Cieche distanze da abbattere nel
freddo universo, adesso o mai
Cieche distanze da scorgere nel
grembo del tempo,
per evadere
Caverna in lattice,
metallo ai polsi
Trofei chirurgici
nel tremito
Da un oblò
sfoggerai
la calotta irrisa dai
segni del
fallimento
Svirgolante bisturi
E non ho
lacrime
da donare al nostro addio
Nella sala
d'autopsia
sto fluttuando, sdoppiandomi
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5. |
Nodi al Pettine
03:25
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Una chioma dai tortuosi e putrescenti
ciuffi d’ombre e di tentacoli, avvinghiata al limite
dell’orbita appannata di uno specchio (E nel riflesso ...),
sbucò attraverso il manto d’argine (... l'incognito)
Distesa all’arrembaggio ( Preso nei sogni ...)
di una cornice ormai (... non so chi sei)
travolta a macchia d’olio (Nel dedalo ...)
Seppellita dall’interno (... nottambulo ...)
sotto il poster di un ciclopico (... serpi)
scalpo
Dal palmo (Nel sonno l’assalto, la solita …)
di un pettine in pasto ( … ridda ad incastro oramai cronica …)
ad orde di criniere ( … fosso rimosso d’ogni morsa),
le zanne digrignate
marciarono in rivolta
con estremo slancio,
(rassomiglianti ad una sabbia) spirando in gola
a nodi,nodi,nodi e ancora
nodi
Scomparso in
ringhianti abissi di briglie aggroviglianti
Segregato e chiuso a chiave
nello scantinato del suo cranio
Trascrivendo scie d’apnea,
nero su bianco,
all’espalpebro
del baratro notturno,
Il trillo della sveglia
puntuale lo
scucì vivo e vegeto ...
... in camera,
strappandolo
dai lacci di
quell’incubo
Sudato con
le mani nei
capelli che
poltrivano,
immerse le
ginocchia nel
torace, per
la stanza le
lancette si
sbracciavano
frenetiche
Fuori dal
letto, i cavi
dentro la
sacca mimetica
Driiiiiiin ...
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6. |
Pop-cornea (intervallo)
01:30
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Luci che sgombrano
dalla pelle dello
schermo immagini, danze che
si arrestano
Spiove vulcanico
lungo l’effimero
trono di spettatore l’incanto
(che il fanciullo smarrirà)
Nell’intervallo
sgranocchia popcorn,
in mucchi minuscoli pietre che franano
(su avarie d’assurdità)
Immenso distacco che orrorifico
si annida dentro bobine d’argento
Sgorga in un attimo
Il suo
mantello si posa
sugli occhi e li
proietta
nell’Altrove
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7. |
Capolinea
02:59
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Fuso in sella
ad un tarlo
Spinto al capolinea
Frastorno la
mandria che
smuraglia in metro,
macinando slalom nel viavai
C’è un’atleta in me
Salta su
chi ha più scatto in questa manche,
che sguazza nel
gergo e
si oblitera
Non disperare
Chiedere scusa
può esserti d’intralcio, ora che il record
zampilla dai registri,
e basta un passo falso
per crollare
In guardia:
uno spettro incombe
Le retrovie
agguantano il sorpasso
Radunando resti d’agonismo nel blackout,
ritorno in pista,
ma al traguardo incappo in un
seccante stop
Promette male
Nocche sul vetro
L’eco di vagoni in fila indiana,
in corsa lungo il tunnel,
rimbomba come un rauco
gorgogliare
d’oscurità
Soltanto un minuto d’attesa
Recupero in corner
Nel giro di 30 secondi,
si fionda giù in picchiata
un chiasso
d’azzuffatorie
“Non intendo
cedere
spazio sulla linea gialla!”
Si avvicina
un bagliore,
traghetta sul binario
mastice
da blob
Inizia
un’altra manche
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8. |
Insolazione
04:32
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Spalmati a terra ad arrostire
Fine Agosto di un destino fa
Uno scarno presagire
impossessatosi di noi
Litigarci un po’ d’Estate,
sulle tracce d’indumenti sparsi
in preda al sole
“C’è qualcuno là”
Trovarsi in mezzo al nulla, e poi
sentirsi in gabbia
Fra i rami un ghigno schiuse le
tenaglie di una
nenia che
di colpo infranse
il silenzio
Una trappola per (Pregustando il bersaglio …)
mine turgide nel (… l’intrusa bramava …)
deflagrante vespaio dell’ingenuità (... fra lembi di foglie la verginità)
Nudisti in erba sulle spine (L’inquinante sospiro …)
Lo spavento in fondo all’anima (… che spoglia l’età …)
picchiava da impazzire (… scavava negli occhi, con la sete di un …)
Un varco per fuggire (… vampiro …)
nel ventre rovente dell’assurdità (… l’aguzzo forcipe)
E poi la speranza bruciò
Lei cadde, e lo shock
spedì il cuore all’angolo
Sguardo bianco,
nudo e stanco
Stordenti scorci erotici
Riversa su sterpaglie,
sfioriva esanime
Comparve in soccorso un’improbabile
samaritana
“Carne nuda e fragile,
offriti al Signore, e salverai la vergine dal fuoco”
D’un tratto lei rinvenne e mi guardò
Chi fosse davvero non so
L’estate sfumò,
lasciandoci un gelido
sguardo bianco,
nudo e stanco
Noi lì, nel solco
di un insolazione
da K.O.
“E sembra inverno,
un triste inverno”
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9. |
In Pugno
03:03
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Afflusso
Secrezione a spasmo inerte
Sbava addosso all’inguine
schiume smorte d’impotenza
Frustrazione al culmine
Nel filmato a gambe aperte
(coito lampo, sperma col …)
si slabbrano da sé (… contagocce …),
a turno con un estintore (… clic sul monitor)
Ronzante traino,
giurassico,
reclama indomito (muove a comando)
Tenue aggancio d’erezione, smalto in bilico
(L’obelisco sta per smosciarsi)
Mi affloscio
Smanettando sull’aggeggio immolo linfa al fallico
portaombrelli sullo schermo,
spremendo D.N.A
Il serbatoio
al massimo
drenaggio storico(Quando ad un tratto … )
Oh no!
S’inceppa il fiotto e vado in tilt …
(Puzzle di pixel sgranati)
Maledetti virus del cazzo!
Il sistema si (Con metodici …)
blocca ed io non ho (… gesti rapidi …)
armi in pugno per (… e meccanici)
raddrizzarlo!
Assaggio un liquido (Dallo scheletro …)
che sa d’avaria (… succo d’organi …)
e lavora per (… e bulbi pubici )
prosciugarmi
S.O.S drastico
“Mamma no, non entrare!”
Perché no, potrei tentare
di sganciarmi. Non ho il fegato
Lo archivio nei vent’anni
da buttare. In webcam schizzerò
“Cornelio, che nome sexy …”
“Non sei la prima a dirlo”
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10. |
Rodeo Post Mortem
05:59
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Ore 4:12 al Rodeo Post-Mortem,
il moccioso si è ficcato nei guai
Piove sullo schermo una fiumana di fischi
“Ragazzino, dove diavolo vai?”
Insisterà
fin quando non
sarà approdato nell’arcano palpito
che insabbiano
“Non hai idea del pandemonio che scatenerai …
… te ne pentirai”
Nascosta dietro il palco,
un’arca immemore
assorbe in ogni anfratto,
da un antro lugubre,
sembianze di un mosaico torbido
“Non farti prendere dal panico”
Giù nei sotterranei del Rodeo Post-Mortem:
burattinaio che tesse abile
la tela di un ragno invisibile!!
Bamboccio il danno è fatto,
e non c’è forbice
che squarci almeno il nastro
che vuoi riavvolgere
Tasselli mormoranti in sincrono
“Adesso non farai il sentimentale”
Stavolta è diverso,
la fine del viaggio
risucchia lontano anche te
Percorsi all’inverso
non hanno alcun senso
E’ tardi per riavvolgere
“Stavolta è diverso,
stavolta è diverso”
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11. |
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“Finché mi amerai,
io ti stringerò
Ovunque tu sarai,
ovunque io ti avrò
Come per magia
via dalla realtà
Ovunque incontrerai
la nuda oscurità,
nuota dentro un sogno,
ed entro un attimo
svanirà”
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Splat! Rome, Italy
Seste aumentate. Delay. Inserti di bossanova. Amplificatori seviziati che tanto sono a transistor. Non siete stanchi anche
voi del solito indie a base di fuorisede, precari, post su facebook e occhiali rayban?
Gli Splat! sono:
Maurizio (cori, percosse, percussioni), E.M. (cori, chitarra, critica), Marco Valerio (voce, testi - sia francesco che fabio), Givlio (polpastrelli). Facciamo punk ammodo.
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